Carlo Malandrino , Torre Annunziata tra storia e leggenda

 

Ritorno a questo illuminante saggio del professor Malandrino, una pietra miliare per ogni appassionato di Torre Annunziata Oplonti. Scritto benissimo, essenziale nei contenuti e nelle forme, il saggio del Malandrino ci fa capire meglio l'importanza di Torre e la sua storia bimillenaria. Fuori commercio, purtroppo, è rintracciabile sicuramente su ebay.

CONSIGLIATISSIMO

 


 

Il porto di Torre Annunziata Oplonti

 

Originariamente il luogo dove è situato porto era abitato da cacciatori, pescatori e artigiani. Il villaggio dove essi abitavano era circondato da una fitta vegetazione. Sulle coste arrivavano i fenici, i talassocrati e qui vi costruirono industrie e diedero vita al commercio. Importavano spezie ed altre merci. I pompeiani sfruttavano il sale del mare per le industrie del porto. Il mare a quei tempi arrivava fino alla Chiesa del Carmine e ai molini Bottaro. Le città di Nola, Pompei, Acerra e Nocera inviavano i loro prodotti al porto affinché fossero esportati al di là del Mediterraneo.

Nel 1907 l'autore Salvatore Russo così scrisse testualmente: "Il piccolo porto di Torre Annunziata racchiude nelle sue braccia snelle la forza straripante di una vita feconda che deriva dal lavoro, racchiude a stento, il vortice di un moltiplicarsi d'affari. Torre Annunziata, la piccola New York, è città di grande importanza, per il gran numero di opifici produttori. Però poco spazioso e non profondo per soddisfare le esigenze del commercio e per ospitare grandi navi mercantili. Occorrerebbero grandi e forti macine, scali magazzini, ponti e banchine. Ma anche una forte diga per rendere le acque del mare calme". Salvatore Russo già nel 1907 asseriva che bisognava rimodernare il porto per soddisfare le esigenze di un commercio moderno.

 


 

Un libro per l'estate:  Oltre il Miglio d’Oro

Domenico Maria

Intra Moenia

 

La perla è sicuramente la Reggia di Portici edificata da Carlo III di Borbone, ma meriterebbe una visita ognuna delle centoventidue ville che la nobiltà fece erigere dalle porte di Napoli fino a Torre del Greco per stare vicino al suo re, e gareggiare l’una con l’altra in arte, architettura, giardini e delizie. Sì, alcune versano in colpevole abandono, ma molte ci restituiscono mirabilmente l’atmosfera del tempo e il gusto dell’epoca.

Questo libro vi propone perciò un itinerario tra tutti i luoghi di storia, archeologia, architettura della costa vesuviana, conducendovi attraverso i tesori, molto spesso nascosti, di San Giovanni a Teduccio, Barra, Portici, Ercolano, San Giorgio a Cremano e Torre del Greco. Scoprirete così cos’era davvero il Miglio d’Oro, cos’è oggi questo patrimonio artistico che faticosamente tenta la sua rivalutazione. E diverrete anche voi convinti assertori che questo tratto di costa, un po’ caotico e misconosciuto, tuttavia merita di gareggiare con i luoghi più belli del nostro litorale.

 


 

PER DISINTOSSICARSI DA " ARTISTI " FROCI CHE FANNO COMING OUT

& LESBICHE CHE NON SERVONO

Anna Magnani canta O surdato innammorato

 

 


 

Voiello

 

August Von Wittel (per alcuni Van Vittel), figlio di Theodor, nato a Tun Svizzera, venne a Napoli quale operaio presso la compagnia Dubois addetta alla realizzazione della ferrovia Napoli - Portici, stabilendosi a Torre Annunziata città nella quale rimase per sempre. Qui conobbe e sposò Rosa Inzerillo, figlia di un pastaio di Torre Annunziata; lasciò il suo impiego e si mise a far pasta nella bottega del suocero, dal suo matrimonio nacquero ben sette figli. Nel 1862 non si chiamava più Von Wittel ma Vojello con quelle trasformazioni italianizzate di origine sconosciute. Il figlio primogenito Teodoro, sergente del “Reggimento Guardie Reali” dell’Esercito del Regno delle Due Sicilie, con la caduta del Regno non volle entrare nell’esercito piemontese da lui considerato occupante e non liberatore, continuò l’attività paterna insieme alla moglie Rosa Carotenuto. Nel 1877 gli affari andavano a gonfie vele e pensò di creare un vero stabilimento ed insieme al figlio Giovanni, di 17 anni, trovò la località adatta in un terreno in Contrada Maresca sempre a Torre Annunziata e due anni dopo, nel 1879, sorse “L’Antico Pastificio Giovanni Voiello”. La pasta Voiello divenne nota in tutto il territorio napoletano,

l’aristocrazia e le personalità più in luce di Napoli erano suoi clienti.

Il figlio Giovanni all’età di 37 anni era ancora celibe, ma per quegli strani casi della vita, incontrò al Teatro San Carlo, in occasione di una prima teatrale, Concetta Manzo, figlio di Cosmo il più importante e benestante commerciante di cereali di Torre Annunziata. Il loro fu un matrimonio felice rallegrato dalla nascita di otto figli di cui due maschi Attilio e Teodoro. Il pastificio produceva nel 1910 ben 30.000 quintali di pasta. Passarono indenni dalla bufera della I guerra mondiale. Con la spinta del figlio Attilio, il padre cominciò a partecipare a varie Fiere Internazionali per far sentire la propria realtà commerciale anche al di fuori dai confini della Campania, vennero aperte concessionarie a Torino, Bergamo, Milano Brescia, Firenze e Genova. Nel 1930 il pastificio produceva 60.000 quintali di pasta. Giovanni ottenne nel 1934 la nomina a commendatore dell’Ordine della Corona d’Italia, si spense nel 1939. I figli Teodoro e Attilio proseguirono la sua attività. Con lo scoppio della 2^ guerra mondiale venne la crisi del pastificio, aggravato ancor di più dalla distruzione dei macchinari ad opera dei tedeschi in ritirata e dalle bombe alleate che ridussero in macerie lo stabilimento di Torre Annunziata, crisi dalla quale non si sollevarono più. Nel 1950 la produzione crollò a 10.000 quintali, ma non lo loro fama: erano diventati un’icona della pasta napoletana nel mondo. Un’altra difficoltà fu costituita dal nascere dei supermercati. Determinante fu l’accordo con Barilla nel 1973, che rilevò le quote azionarie della società subentrandone nella gestione, ma rispettandone l’autonomia. I Voiello restarono nel consiglio d’amministrazione. Oggi il prodotto è ancora tra i migliori, sempre nel rispetto della tradizione pastaia di Giovanni Voiello.


 

TORRE ANNUNZIATA OPLONTI: LE TERME CHE VERRANNO

 

Per puro caso , navigando, sono approdato al nuovo sito - ANCORA IN COSTRUZIONE - delle Terme Vesuviane Nunziante. Bellissimi i progetti che sono in cantiere, progetti che hanno "qualcosa" in comune con il mai dimenticato eccellente lavoro del dott. Luigi Manzo. Specie la terrazza a mare da fare come ristorante - se ho ben capito sulla falesia - che giudico spettacolare. Speriamo che, come in un miracolo neocapitalistico, si riesca a far rinascere il Lido Notte Club, non il locale in sè - chiaramente - ma il night. Così, oltre la disco e il rumore per la plebe che fanno gli altri bellissimi lidi,

si può scegliere di passare una serata in tono confidenziale. 


 

Baia, Capri e Oplonti: le "vacanze" degli antichi romani

 

Baia la trasgressiva, Oplonti la “borghese”: la dolce vita e le vacanze al tempo dei romani continuano ancora oggi ad affascinare gli studiosi e gli appassionati di cose antiche.

Quando il sole iniziava a picchiare duro, era giunto il tempo di lasciare Roma, la sua caoticità urbana e (soprattutto) la sua calura. Mentre gli eserciti iniziavano (o proseguivano) le guerre ai confini, le belle matrone, i ricchi possidenti, i raffinati artisti si contendevano un posto all’ombra delle più famose e prestigiose località turistiche dell’epoca.

Su tutte, spicca Baia dove i vacanzieri potevano concedersi il lusso di bagnarsi a mare oppure di lasciarsi curare dalle acque solforose nelle terme. In poco tempo, Baia divenne il luogo più in della “movida” estiva romana. Per dirla in termini contemporanei, a costo di essere tacciati d’eresia, il centro flegreo era un posto vip, a metà tra Saint-Tropez e Formentera.

Era frequentata da gente importante e, soprattutto, dalle belle donne. Come Clodia, la Lesbia di Catullo (Odi et amo…ricordate?). Cicerone, per difendere dalle sue accuse l’amico Celio Rufo, la trasformerà nel prototipo della donna ricca, bella e sfrontata, quella che per combattere la noia oltrepassa spesso e volentieri il limite del pudore e della decenza, interessata più alle orgie e allo sfarzo che alle virtù muliebri. E, per corroborare la sua tesi, racconta dei suoi trascorsi vacanzieri a Baia.

Non è la sola testimonianza del genere, tutt’altro. Marziale dedicò un epigramma a tale Levina, una proba e dignitosa matrona della Roma bene che partì da casa come una Penelope e ne tornò, dopo il soggiorno a Baia, come una voluttuosa e fatale Elena. Fu per questa sua fama di luogo libertino e trasgressivo che Properzio, poeta elegiaco latino, scongiura la sua amatissima Cinzia di non cedere alle lusinghe del dolce soggiorno flegreo: “Spiaggia ostile da sempre alle fanciulle pudiche. Morte alle acque di Baia, alla vergogna d’Amore!”.

Lo splendore raffinatissimo di Baia durò per secoli, finché un gruppo barbaro di Vandali, sbarcati alla foce del fiume Garigliano, depredò e saccheggiò le ville patrizie del suo territorio.

Al pari di Baia, secondo il geografo Strabone, era Napoli. Solo che, a differenza della convulsa vita mondana puteolana, in riva al golfo di Partenope c’era l’agio di una maggiore tranquillità, di una qualità della vita tanto migliore che finì per convincere numerosi romani a trasferirsi lì. Tra i più famosi, sicuramente c’è il poeta Virgilio che, alla sua morte, divenne un vero e proprio nume tutelare dell’antica Neapolis, venerato fino al Medioevo. 

L’antica Campania Felix divenne così, nei secoli, il luogo aristocratico per eccellenza. Lo testimonia, ad esempio, la famosa villa di Poppea, nell’antica Oplonti, oggi inserita nel patrimonio Unesco. Si tratta di una struttura imperiale, raffinatissima, di gran pregio. Si è ricollegata la proprietà della villa a Poppea Sabina sulla base di un graffito che menziona Beryllos, personaggio della corte neroniana e dalla presenza del nome del servo di Poppea, Secundus, su un’anfora vinaria e su un piatto. Secondo un’altra interpretazione appartenne a M. Pupius Piso Frugi Calpurnianus, console nel 61 a.C. 

Tutta l'area vesuviana, da Ercolano a Oplonti, passando per Pompei, era frequentatissima dai ricchi possidenti che, compatibilmente con i loro impegni e le loro sostanze, si deliziavano tra le terme, i bagni e i teatri, godendosi la vita artistica del territorio che, in quei tempi, era davvero all'avanguardia. 

Poppea fu la seconda moglie dell’imperatore Nerone, che amava alla follia la raffinatezza di Napoli e della Campania, preferendole perciò a Roma. Prima di lui, un altro imperatore aveva scelto la Campania. La storia di Tiberio, secondo imperatore di Roma che successe ad Ottaviano Augusto, è intimamente legata a Capri, dove scelse di soggiornare a Villa Jovis. Degli otia imperiali di Capri, abbiamo tantissime testimonianze. Spesso dipinti a tinte a dir poco fosche, che parlano di stravizi e perversioni. Testimonianze, però, che paiono da ricollegare più alla feroce dialettica politica, a una sorta di damnatio memoriae letteraria che alla ricostruzione storica fedele. 


 

PASTIFICIO MARULO

 

Ignoravo esistesse in Torre Annunziata Oplonti un altro pastificio - ATTIVO !!! -

oltre il buon, vecchio Setaro.

Molto interessante. Fatevi un giro sul sito web:

https://www.pastamarulo.com/

 


 

TORRE ANNUNZIATA OPLONTI

IL PESCATORE

( ottima prova zoommata della mia telecamera )


 

VILLA DEL PARNASO - IL SITO WEB - http://villadelparnaso.it/

 

Non sapevo esistesse un sito web di questo posto magnifico, dentro la magnifica MIA Torre Annunziata Oplonti. Sito essenziale, riesce a trasmettere quello che è Torre Annunziata Oplonti:

uno dei posti più belli dell'intera megalopoli napoletana.

Buona passeggiata e vivete la vita, proprio come - FIN TROPPO !!!!! - si fa a Torre Annunziata Oplonti.

Qui le recensioni in TripAdvisor

Non che sia attendibile per tutte le puttanate che ognuno si sente in dovere di scrivere,

ma fa un bello effetto trovare il Parnaso qui.

 


 

La stazioncina di Torre Annunziata

 

La tua voce era un mare di purezza:

ogni ombra di materia vi affogava.

A tratti le parole si frangevano

in lunghe sfumature di silenzio

e all'anima sembrava di vibrare

nuda nel vento e di sfiorare Dio

 

Antonia Pozzi

 

Antonia Pozzi (Milano, 13 febbraio 1912 – Milano, 3 dicembre 1938) è stata una poetessa italiana.


 

Campo Oncino

 

A me completamente sconosciuto, ho trovato questo simpatico e succoso resoconto in Wikipedia - che riporto integralmente:

Il campo Oncino era l'impianto di Torre Annunziata che ospitò gli incontri di calcio del Savoia, nelle stagioni disputate nella massima serie nazionale. L'impianto fu eretto in località Capo Oncino da cui il nome.

In precedenza le gare di calcio a Torre Annunziata si svolgevano al campo Montagnelle.

L'inaugurazione avvenne il 13 giugno 1920, con un'amichevole disputata tra Savoia e Salernitana.

Il campo fu costruito in vista dell'esordio del Savoia nel massimo campionato nazionale, che avvenne il 28 novembre 1920, quando il Savoia affrontò la Puteolana. Fino a questa data, il Savoia vi disputò altre sette amichevoli, in cui affrontò tra le altre la Fortitudo.

Era provvisto di una tribunetta d'onore per i dirigenti e per i tifosi che potevano permettersi il lusso di un posto in tale settore. Fu costruito su un terreno di proprietà della Famiglia Orsini, a due passi dal mare, il che obbligava spesso i raccattapalle a tuffarsi per recuperare i palloni finiti in acqua; fu un richiamo per l'intera regione Campania.

L'ultima partita di calcio disputata in un campionato ufficiale, fu giocata l'11 dicembre 1927, e fu un Savoia-Fiorentina 1-4, mentre l'ultima gara in assoluto fu disputata il 16 aprile 1928: Savoia-Stabia 6-0.

Di seguito si elencano i principali eventi sportivi ospitati nel Campo Oncino:

 Savoia- Genoa 1-1 (7 settembre 1924) Finalissima Scudetto

 Savoia- Alba Roma 2-0 (3 agosto 1924) Finale di andata del Campionato dell'Italia Meridionale

 Savoia- Lazio 3-3 (24 giugno 1923) Finale di andata del Campionato dell'Italia Meridionale

 Savoia- Pro Vercelli 0-6 (23 settembre 1922) Gara amichevole

 Savoia- Újpest 2-5 (28 dicembre 1922) Gara amichevole

 Savoia- Bologna 2-3 (22 febbraio 1923) Gara amichevole

Corriere dello Sport, n. 11, 14 gennaio 1971

Il Littoriale, Il 1938 - XII - Fascicolo: 59


 

11 AGOSTO 1968, RICOSTRUZIONE DI UNA GIORNATA A TORRE ANNUNZIATA OPLONTI

COMING SOON

 

Sto cercando di ricostruire una giornata del 1968 e precisamente l'11 di agosto, qui a Torre Annunziata Oplonti, bellissima e mitica come la California. L'imput me lo ha dato un ricordo: i tendoni colorati che il Lido, chic, mise quell'anno al posto delle pagliarelle spioventi. Altro imput un bel discorso fatto con un vecchio amico che, proletario, ha definito la Torre Annunziata Oplonti di quegli anni affascinante come il Marocco. Due punti di vista per un solo posto bellissimo, qui nella Mezzaluna Fertile: Torre Annunziata Oplonti.

Chi volesse partecipare con un ricordo, una foto e similia di quel giorno o del proprio agosto 1968 in genere, può inviarmi il tutto sul gruppo Whatsapp.


 

TORRE ANNUNZIATA OPLONTI CONTROLUCE

 

Direte: sempre lo stesso posto! Certo, è logico, quando si ha a che fare con un posto simile e con una simile LUCE!!!!!  Stavo semplicemente andando a fare una commissione e stavo pensando al mio amico fraterno Geppe...quando mi viene la voglia di mettere la mia macchinetta contro il sole, sopra Oncino.

Qualche minuto prima ero deciso a scendere con la mia Polaroid, poi ho optato per la digitale...una delle tante scemenze moderne poichè quelle che fa non sono FOTO ma cose iper-realistiche che, belle, irritano. Perciò sono tornato alla Polaroid, alla stampa.

Ma bando alle ciance: non si tratta del tipo di macchina. Torre Annunziata Oplonti, controluce, è ancora più affascinante. Un golfetto quasi perfetto permette una posizione particolare ed uno spaziare dell'occhio per 360 gradi. Peccato che ormai questo pezzetto di Paradiso, la zona Litoranea-Via Alfani, sia ostaggio di fascisti schifosi plebei con la mentalità da stadio. Plebe italiota, insomma. Che deturpa il posto e lo fa in nome di una democrazia che è roba per plebe! Infatti, tra qualche ora, saremo ostaggio dei COMMERCIANTI che, padroni assoluti , sollazzeranno la plebe con musica assordante, alcool e tutte le cagate televisive dettate dal Grande Fratello e dal Calcio, da Mario & da Barbaro .

Intendiamoci, non sono contro la movida e nemmeno contro la sfrenatezza ma, per cortesia, che non sia plebea, che non sia lì a far ingrassare commercianti già ricchi e merde di ragazzini fasci. Bastano due-tre regole - come vidi già nel 1980 a Zurigo !!! Perchè non si applicano? Perchè la plebe inferocita e sfrenata CONSUMA, è merce che consuma delle merci...quindi....

Comunque Torre Annunziata Oplonti, controluce, fa dimenticare la merda fascista!

 


 

NAPOLI BORBONICA

Reale Fabbrica d'armi di Torre Annunziata

 

La Reale fabbrica d'armi di Torre Annunziata è stata la più grande fabbrica d'armi del Regno delle Due Sicilie. Fondata nel 1758 per volontà di Carlo di Borbone, nell'ambito del processo di ricerca dell'indipendenza dalle forniture militari straniere, fabbricava sia armi da fuoco, che armi bianche, e fungeva da centro di assemblaggio di parti provenienti da altri stabilimenti industriali. Dopo l'unificazione italiana, fu progressivamente declassata a Spolettificio.

La fondazione della Reale Fabbrica d'Armi di Torre Annunziata trae la propria origine dai moti rivoluzionari iniziati il 7 luglio 1647 e capeggiati da Masaniello. Una volta domata la rivolta, il governo vicereale spagnolo si rese conto che la presenza di una polveriera nella cerchia urbana di Napoli era potenzialmente fonte di pericoli. Per questo motivo, si decise di spostare la fabbricazione delle armi e la produzione di polvere da sparo al di fuori della cerchia urbana, e precisamente nella cittadina vesuviana di Torre Annunziata.

La scelta del luogo fu anche condizionata dalla presenza del Fosso del Conte, un canale idraulico che traeva l'acqua dal vicino fiume Sarno e a partire dal quale fu realizzata una rete di canali ad esclusivo uso dell'opificio. La costruzione della fabbrica fu iniziata nel 1652, sotto la reggenza vicereale di Iñigo Vélez de Guevara.

Transitato dal vicereame spagnolo al Regno delle Due Sicilie, il luogo ricevette immediata attenzione da parte di Carlo di Borbone, il quale aveva tra i propri obiettivi quello di rendere indipendente militarmente il reame di recente acquisizione. Nel 1757, dunque, egli diede mandato all'architetto Francesco Sabatini di procedere alla ristrutturazione ed all'allargamento del vecchio opificio. La realizzazione dei lavori fu effettuata su disegni di Luigi Vanvitelli e completata, con alcune modifiche rispetto all'impianto originale, da Ferdinando Fuga. La Reale Fabbrica iniziò le proprie attività nel 1761 sotto la supervisione di ufficiali dell'Esercito delle Due Sicilie, ed il primo comandante fu il tenente colonnello Luca Ricci.

Le operazioni della Real Fabbrica avvenivano di conserva con quelle del Polo siderurgico di Mongiana e delle Ferriere Fieramosca, le quali fornivano le materie prime ed i semilavorati necessari alla fabbricazione delle armi; e si inseriva nel più ampio complesso militare-industriale del Regno delle Due Sicilie, che comprendeva le Officine di Pietrarsa, la Fabbrica di Piastre da Fucile del Reale Albergo dei Poveri di Napoli, il Regio Opificio di Canne Militari di Poggioreale, la Regia Officina de' Piastrinai di Lancusi, la Reale Armeria Privata di Sua Maestà, l'Arsenale di Napoli ed il Regio Arsenale di Palermo. Accanto alle fabbriche di armi, esistevano inoltre numerosi laboratori pirotecnici, tra cui si ricordano il Laboratorio pirotecnico di Castel Nuovo, il Laboratorio pirotecnico di Capua, e quelli siti a Gaeta, Pescara e Posillipo.

Nel corso della propria attività, l'opificio è stato teatro di diversi incidenti, ed in particolare di due esplosioni nel 1851 e 1856, rispettivamente. A seguito di questi eventi, Ferdinando II di Borbone decise nel 1857 di spostare la sede della polveriera da Torre Annunziata a Scafati.

Con l'avvento del Regno d'Italia la fabbrica fu progressivamente declassata, passando sotto l'amministrazione del Regio esercito prima, e dell'Esercito Italiano, poi. Nel 1901 la produzione di armi da fuoco cessò completamente. I suoi ultimi anni come stabilimento militare l'hanno vista assumere nel luglio 1977 la denominazione di "Stabilimento militare del munizionamento terrestre - Divisione spolette"; e nel 1984 quella di "Stabilimento militare Spolette". Attualmente è gestita dall' Agenzia industrie difesa come autodemolizione automezzi dell'Esercito Italiano e forze armate in genere.


 

CHIESA DELLO SPIRITO SANTO - IL CARMINE

PRESEPE

 

 


 

QUANDO IL DRONE FA ARTE: TORRE ANNUNZIATA OPLONTI, LA BELLEZZA DELLA MEZZALUNA FERTILE

 

In una parola, cosa fa di Torre Annunziata Oplonti un posto "particolare" dentro la Mezzaluna Fertile ed in particolare dentro la Costa degli Dei Vesuviana? Ma la posizione, naturalmente. Oplonti non ha un affaccio a mare troppo lungo come Torre del Greco - che va da Calastro a Santa Maria la Bruna. La qual cosa fa di Oplonti un affaccio a mare "concentrato" in tre punti di osservazione: il Porto, La Litoranea di sotto e la Litoranea di sopra. Aggiungerei Via Caravelli. Portici, per certi versi, lì al Granatello, è più bella: essa è raccolta ma ormai troppo raccolta e troppo abitata. Castellammare di Stabia può competere con Oplonti in fatto di posizione.

Questo filmato fatto con il drone è arte non solo perchè finalmente il drone viene ben usato...ma perchè la POSIZIONE di Torre Annunziata Oplonti nobilita il tutto. 

Oh, se scomparissero un 10 - 20.000 torresi....

 


 

La Basilica della Madonna della Neve

 

La Basilica di Torre Annunziata, situata in Piazza Giovanni XXIII, fu costruita nel 1319 per volere del Principe Nicolò D'Alagno, feudatario del posto, con il nome di "Chiesa dell'Annunciata".

Successivamente, la chiesa divenne abbazia sotto il regno Carlo III di Borbone.Il 25 ottobre 1856 fu eretta come parrocchia e nel 1953, divenne Santuario della diocesi di Nola. Nel luglio 1979, Papa Giovanni Paolo II la elevò al rango di basilica minore.

La sua pianta è a croce latina, nel transetto vi è la cappella dedicata alla Madonna della Neve, raffigurata nell'icona in terracotta del XIV secolo. Sono presenti alcuni affreschi ottocenteschi, ad opera di Achille Iovane, e una tavola raffigurante l'Annunciazione risalente al XVI secolo.

La seconda attrazione della basilica, dopo l’effigie della Madonna, è rappresentata da un organo a canne di notevoli dimensioni che mantiene ancora intatte le sue originali caratteristiche. Questo perchè il parroco don Emilio Lambiase, in occasione del centenario del miracolo del 22 ottobre 1822, volle far restaurare la parrocchia e, nel contempo, costruire un nuovo organo idoneo alla grandezza della chiesa. Sono originali i registri, le trasmissioni pneumatiche e tutti gli accessori.

Prima che il quadro della Madonna fosse gelosamente custodito nella Basilica, una leggenda del XIV secolo racconta che i pescatori di Torre Annunziata, proprio il 5 agosto, si trovassero nelle acque al confine con Castellammare di Stabia, presso lo scoglio di Rovigliano, e lì avessero rivenuto dal mare una cassa impigliata nelle reti. Una volta aperta, scoprirono che la cassa conteneva il busto in terracotta di una Vergine Bruna, ma subito scoppiò una lite con i pescatori stabiesi per chi dovesse appropriarsi del santo busto. A risolvere la questione intervenne il Capitano del Popolo, una sorta di magistrato che veniva eletto dagli stessi cittadini, che assegnò il quadro agli Oplontini. La disputa viene riprodotta durante le celebrazioni del 5 agosto sulla spiaggia di Rovigliano, dove infatti ha avuto luogo l’evento, davanti ai fedeli e alla cittadinanza.

Nonostante ciò gli stabiesi si impadronirono della effigie fino ad un evento straordinario: nel corso di una nevicata di gennaio, la Madonna fu ritrovata all’esterno della cappella dell’Annunziata, nei pressi del porto, ricoperta di Neve, e da lì si capì che la sua volontà era quella di restare a Torre Annunziata. Non a caso infatti, circa mille anni prima, sempre il 5 agosto, si verificò una nevicata “prodigiosa” nella capitale, e ciò indusse Papa Liberio a dedicare quella giornata a Santa Maria della Neve. Da qui il nome della patrona della città vesuviana, che il popolo torrese ha chiamato in causa in varie situazioni difficili.

L'episodio più importante risale all’eruzione del Vesuvio avvenuta il 22 ottobre del 1822: in quella circostanza la lava e le pietre minacciavano Torre Annunziata, oscurata da una grossa nube di fumo. I fedeli invocarono la Vergine Bruna, che fu trasportata proprio nel punto in cui il cielo sembrava più oscuro, e subito le nubi lasciarono spazio al sole, e il pericolo fu scampato. Da questo episodio, ogni 22 ottobre si celebra la festa votiva in onore del miracolo che la Madonna della Neve ha fatto per i cittadini torresi: lacrime e commozione si possono leggere negli occhi dei fedeli e di tutta la cittadinanza durante la sentita processione del quadro di Maria Vergine, che si fa trasportare solo ed esclusivamente dai pescatori della città, e che attraversa le strade principali. Un legame fortissimo che per pochi giorni all’anno unisce i torresi, li fa sentire parte integrante di una tradizione, di un’anima e di una città piena di storie da ricordare.


 

A MARE IL 2 DI NOVEMBRE A TORRE ANNUNZIATA OPLONTI

 

Un altro segreto di Pulcinella è stato svelato! Ieri, rientrato dall'ufficio, in un attimo ho deciso di andare lungo la riva di Torre Annunziata Oplonti. Ed ho ritrovato tutto un mondo che non ricordavo esistesse: gente a perdere tempo, chi leggeva, chi faceva sport sconosciuti, un gruppo faceva ginnastica insieme, due tipi non giovanissimi amoreggiavano in macchina, una tipa descriveva il suo viaggio ad un tipo, chi andava sui pattini ( che non vedevo da anni !!!) chi pescava.

Quale è dunque il segreto di Pulcinella, in tutto questo? Ma che qui nella Mezzaluna Fertile ognuno va dietro al prorio Piacere. Al che i Soloni delle psicologie e delle antropologie diranno: ma è anti-sociale, non fa bene alla condivisione, alla comunità. Verissimo, ma chi se ne fotte? Si respirava, ieri, lungo questo teatro di strada tra Villa , il Parnaso e la spiaggia un'aria di gioia. 

Il grande problema è che la massa, la plebe, la feccia piccolo-borghese, ESSENDO SCONTENTA VUOLE VEDERE SCONTENTI TUTTI GLI ALTRI ! Ecco perchè tutti ormai parlano di problemi...problemi che poi, per insito fallimento, non risolvono.

Invece l'inseguire ognuno il proprio Piacere è metastorico, assolutamente al di fuori di questo orrendo fascismo che stiamo vivendo, fatto di delazione e di tutte vittime: dove è il carnefice? Non bisogna quindi pensare A FARE storia o cultura: bisogna solo pensare a spassarsela, a vivere. INSEGUENDO IL PROPRIO PIACERE!

 

Chiedo scusa per la scarsità dell'immagine, nella seconda parte del video ma - come sempre - questa tecnologia non serve a un cazzo. Un Bluff: promette mare & monti e non mantiene manco una scorreggia. Fa finta...come tutto in questo fascismo per cameriere.

Perciò dovete farvi un giro per Torre Annunziata Oplonti...alle 4 del pomeriggio... : è la VERA VITA !


 

Torre Annunziata, una bellezza sconosciuta anche a chi ci abita

 

Sarà perchè non leggo giornali nè giornalistuncoli, sarà perchè il bello non passa per l'ANSA, sarà perchè io so che Torre Annunziata Oplonti è bella...mi era quasi ignoto questo articolo de Il Giornale. Dico quasi poichè sapevo della sua esistenza ma, pur di mantenermi DENTRO LA REALTA' e non nelle menzogne dei giornali, non l'ho mai sfogliato.

Pur se retorico e passatista, l'articolo è bello e ben fatto. Passa in rassegna fatti che solo un occhio esperto può sottolineare con tanta veemenza. Intendo un occhio esperto della Bellezza e della Vera Vita. Quanto poi alla definizione di Portofino emarginata - che reputo esagerata - posso solo dire che se i politicanti vivessero DENTRO la Realtà e non DENTRO Il Palazzo i fatti si aggiusterebbero in un quarto d'ora. Come? Ma facendo seguire le 3 o 4 regole che si seguono in tutta la VERA Europa. Repressione-Si fa quello che ti dico di fare-Merci sì ma dopo le regole-Deportazione di merde, delinquenti e zulù. Semplice no? 

Aggiungerei una quinta regola, la FONDAMENTALE. Per smetterla con questa barzelletta che al Sud si è mafiocamorristi ed al Centro-Nord Presidenti del Consiglio, io consiglierei di sdoganare tutti i capitali della malavita. Si eviterebbe di far arricchire giornalistuncoli di sinistra, paranoici & miliardari, che credono di scrivere l'Odissea ed invece scrivono solo merdate. 

 

PS. L'ultima foto mi è molto cara: per un breve periodo l'appartamento di sinistra, al secondo piano di questo palazzo di Corso Vittorio Emanuele III, quello che vedete sopra la finestra serliana, è stato di proprietà di mio bisnonno. Che lo dette in dote alla figlia. 


 

Villa B ” Lucius Cassius Tertius”

 

Nel 1974, durante i lavori per la costruzione di una palestra presso la scuola media Parini, vennero alla luce strutture archeologiche distanti circa 300 metri dalla villa cosiddetta di Poppea. Da allora la villa rustica venuta alla luce è conosciuta come la “Villa B”. E’ da dire che, poiché all’interno è stato trovato un anello con sigillo recante il nome Lucius Cassius Tertius (forse il suo proprietario), dovrebbe esser chiamata la Villa di Lucius Cassius Tertius. Questa villa era su due piani, al piano terra c’era l’attività produttiva che doveva consistere nella vendita e nel trasporto di vino, olio, garum e derrate alimentari. Ciò è provato dal ritrovamento, all’interno dei colonnati che circondano tutti i lati del peristilio, di centinaia di anfore capovolte, in file verticali parallele in modo che la bocca dell’anfora superiore fosse infilata nel piede di quella inferiore al fine di evitarne la caduta e col susseguente utilizzo ottimale dello spazio. Su rozzi fornelli di pietra sono stati trovati dei pentolini (olle) con all’interno resti di oleoresina di conifere che veniva usata per impermeabilizzare l’interno dei contenitori. Gli ambienti che si affacciano sul cortile dovevano essere adibiti al lavoro poiché non sono state trovate tracce di affreschi parietali o mosaici pavimentali mentre il piano superiore era l’abitazione del proprietario o gestore dell’attività. Al piano superiore si trovava l’unico oggetto di arredo che è stato possibile recuperare poiché, come molto spesso è successo, di altre suppellettili come letti, tavoli, sedie, armadi, tavoli, non è rimasta traccia del legno di cui erano fatte. Si tratta di una bellissima cassa blindata munita di un sofisticato procedimento di apertura e ornata di pregevoli metope in bronzo. La villa B ci dà un’idea di come dovesse svolgersi la vita in un’attività commerciale, idea che è rafforzata dalla visione, nella pietra d’ingresso al cortile, delle tracce impresse dalle ruote degli antichi carri, dalle anfore accatastate in un angolo in attesa di essere impermeabilizzate per un nuovo uso e dal fatto che è inserita in un”’insula” affacciata su una strada sulla quale si aprono alcuni ambienti, in apparenza botteghe, prive di collegamento con la villa e dotate di una piccola abitazione al piano superiore. In uno di questi ambienti è stato trovato un gruppo di scheletri, forse persone che cercavano rifugio per sfuggire all’eruzione e si erano riunite tutte in un’unica stanza. Tra i vari oggetti personali trovati su questi scheletri, su uno sono stati ritrovati i famosi “Ori di Oplonti”, collane, bracciali, anelli, orecchini in oro e monete in oro, argento e bronzo. Questi scheletri sono stati anche oggetto di approfonditi studi medici per cercare di conoscerne l’età, il sesso e lo stato di salute.

In questi locali che si affacciano sulla strada è stata trovata anche una grande quantità di frutti di melograno carbonizzati su stuoie di paglia intrecciata (circa 10 quintali), frutta secca come noci e nocciole, tanta erba carbonizzata di cui sono state identificate più di 100 varietà

 

Grazie a Proloco Oplontis


 

LA PIU' ANTICA FOTOGRAFIA DI TORRE ANNUNZIATA OPLONTI?

 

Alexander John Ellis 

Pompeii, The East side of the Street of Tombs, from one of the upper rooms in the ancient inn. In the distance is the modern town of Torre dell'Annunziata 

1841, 21 April 

  

Daguerreotype 

National Science and Media Museum 

Part of the Ellis group of daguerreotypes, Inventory no: 1890-56-Pp2 

 

Come potete leggere da queste note prese da uno dei più importanti database di fotografia storica, il dagherrotipo in questione può essere considerato, a mio parere, la più antica fotografia di Torre Annunziata Oplonti. Ancora oggi - pur tra i meandri della modernità e della megalopoli - è possibile scorgere - dalle Tombe di Via Sacra in Pompei - lo stesso scorcio.

Se fossi bravo ad editare la foto ed ingrandirla, rendendola però leggibile, sarei in grado di "vedere" Torre del 1841. Credo che sia molto interessante. 

 


 

Oplonti : una vecchia notizia che ci piace sempre

 

E' una notizia del 2015 che riprendo con piacere:

La villa di Oplonti a Torre Annunziata si piazza al quinto posto, mentre i templi di Paestum seguono in settima posizione. Due cosiddetti “siti minori” nella classifica dei dieci siti archeologici “da vedere assolutamente nel mondo” apparsa sulla versione web del giornale londinese “The Telegraph”, mentre non c’è nessuna traccia di Ercolano e Pompei.

A stilare la classifica la professoressa britannica Mary Beard, autrice tra l’altro di “Prima del fuoco. Pompei, storie di ogni giorno”, edito in Italia da Laterza, un bellissimo testo che racconta la storia dell’antica città di Pompei prima dell’eruzione del Vesuvio.

Un sito archeologico studiato ed apprezzato dalla classicista inglese che però decide di escluderlo dalla  sua personale “Top Ten Mondiale”, al pari della vicina Ercolano. La spiegazione è da rintracciare nello stesso motivo per il quale Oplonti si piazza al quinto posto della classifica e rappresenta il primo sito italiano in graduatoria. “Le città romane di Pompei ed Ercolano – scrive la Beard – sono luoghi essenziali da visitare. Ma per un viaggio più tranquillo l’ideale è la grande villa di Oplonti, comoda e vicino alla stazione ferroviaria di Torre Annunziata”.

 

La Beard ricorda anche l’incertezza che esiste ancora sull’effettiva proprietaria della Villa, rintracciata da molti in Poppea, moglie dell’imperatore Nerone. “Ma è certamente una villa imperiale, con una piscina olimpionica, e giardini sapientemente progettati”.

Altra bella sorpresa per la Campania è il settimo posto ottenuto da Paestum che per l’autrice della classifica “è una meravigliosa miscela di greci e romani”  estasiata dai “tre grandi templi risalenti al VI secolo a.C.,ma altrettanto impressionanti sono le tombe dipinte, tra cui la famosa tomba del tuffatore”.


 

LO SPIRITO SANTO o CARMINE

 

E' stata eretta in poco meno di un secolo, su progetto di Vincenzo Lamberti. Inizialmente non era situato nel territorio torrese ma nell'università di Boscotrecase, successivamente annesso a quello comunale con un decreto di Gioacchino Murat. La chiesa fu inaugurata nel 1880 e per erigerla fu necessario abbattere altre piccole cappelline adiacenti, ricostruite poi poco distante. Non presenta all'interno grandi affreschi o accorgimenti, ma colpisce per la sua imponenza.

Il Santuario dello Spirito Santo, di patronato comunale, fa parte della Diocesi napoletana. L’attività pastorale iniziò il 19 gennaio 1668, con l’istituzione di una parrocchia nel quartiere di Terravecchia (dall’attuale corso Garibaldi fino a via Vesuvio), sotto il titolo di Spirito Santo, con sede nella cappella della Pietà dei fratelli Strina. Fu scelta la zona vicina al vicolo Zappalà, lì dove c’era una depressione, detta ancora oggi “vallone”.

La chiesa è conosciuta come Chiesa del Carmine poiché fu eretta a lato dell’antica cappella del Carmine, che sorgeva lì dove si trova attualmente l’Arciconfraternita del SS. Sacramento. La cerimonia della prima pietra avvenne il 2 aprile 1786.Il 1 febbraio 1880, monsignor Guglielmo Sanfelice consacrò all’Altissimo la nuova sede parrocchiale dello Spirito Santo.


AMO VIVERE A TORRE ANNUNZIATA OPLONTI

 

Perchè ho la VERA vita a portata di mano

Perchè detesto il lamentarsi piccolo-borghese

Perchè conosco ogni anfratto di essa...e non lo conosco

Perchè SENTO il mare

Perchè non ho paura che il TUTTO mi sommerga

Perchè ESISTE davvero e non è solo un bucodiculo senza vita

Perchè è SUD

Perchè tra non molto avrà 800 anni di Storia

Perchè so vedere le cagate in giro ma so anche godere...

Perchè se è vera ed andrà in porto l'idea di RI-FUNZIONALIZZARE la ferrovia borbonica, Torre Annunziata Oplonti e non solo - da San Giovanni a Teduccio a Castellammare - si riaprirà al mare. Ma come RI-UTILIZZARE la ferrovia borbonica all'altezza Porto - per intenderci, come la si vede nella prima foto? Abbatterla completamente sarebbe l'unico vero approcciarsi della città al mare, in quel punto che fu reciso. MA NON VEDO QUESTA LA DECISIONE MIGLIORE !! Forse bisognerebbe riaprile gli archi, oggi chiusi da attività ; forse bisognerebbe fare sopra una passeggiata a mare, con piante e abbellimenti...

 

Amo vivere a Torre Annunziata Oponti e me ne frego della retorica ! 


 

FURTO IN BIBLIOTECA A TORRE ANNUNZIATA OPLONTI: REPRESSIONE !

 

E' di poco fa la notizia del furto ai danni della deliziosa Biblioteca Comunale di Torre Annunziata Oplonti. Qui troverete qualche notizia in più, essendo inutile ogni mio commento sul fatto in sè. Ma sul perchè si viva di espedienti, ormai, questo voglio commentarlo. Io non incolpo mai gli esecutori di un furto, di un attentato, di una porcata qualsiasi: IL POTERE - SIA IL PICCOLO POTERE LOCALE CHE IL POTERE VERO - PERMETTE CHE SI ARRIVI A QUESTE SCONCEZZE. Biosgna reprimere ! Reprimere!  Reprimere! Non mi stancherò mai di dirlo: non reprimiamo perchè siamo dei falliti e, così facendo, ABBIAMO ANCOR PIU' TORTO DEI CRIMINALI.

Questi coglioni qui fanno soltanto il loro lavoro di criminali; sta a noi tagliargli i coglioni e metterli nella condizione di non nuocere alla comunità. Invece...tutto è permesso! tutto si può fare!!!

Questa cazzata del tutto è permesso, tutto si può fare è uguale alla cazzata che tutti possono parlare, che tutti hanno tutti i diritti, che tutti debbono respirare. NON E' VERO ! E' FALSISSIMO! La verità è che siamo ostaggi di giudici che non giudicano, di psicologi che giustificano, di mezze calzette di sinistra che vogliono salvare il mondo solo perchè sono dei falliti. Come per i predoni fascisti che mettono le bombe, così per tutto,  ci vuole repressione! Una repressione fredda, logica, ben fatta. E' inutile perseguitare il ragazzetto che si fa la canna oppure il grande capitalista che ruba: sono due eccessi che non servono a nulla.

Bisogna reprimere proprio questa gente che sta in mezzo tra il ragazzetto ed il Grande Padrone: una classe plebea e piccolo-borghese di mariuoli nati che si AUTO-GIUSTIFICANO magari in nome dei Diritti, che  i giudici giustificano, i Media osannano, gli assistenti sociali salvano. 

SUCCEDE QUESTO, INFINE : CHE DEI FALLITI SALVANO ALTRI FALLITI !

Repressione !

 



 

IL SUPERAMENTO DELLA FERROVIA BORBONICA

 

Come è bello potere dire: lo avevo detto. Se ciò che riporta Lo Strillone è vero e sarà fatto, sarà un passo avanti enorme per la Megalopoli, per la Mezzaluna Fertile. Ed in special modo per Torre Annunziata Oplonti che potrà riaffacciarsi a mare. Questa estate sono stato in visita al B&B che un amico ha messo sotto le Rape del Carmine. Posto di grande bellezza, luminosissimo, ampio, arioso...apri poi il balcone e ti trovi di fronte una muraglia. Naturalmente non credo che la Ferrovia Borbonica debba essere abbattuta ma RI-FUNZIONALIZZATA certamente. Ah, poi, un'altra cosa: sarebbe auspicabile una lunga PROMENADE che da Cuma arrivi a Salerno. Solo così posti belli ma che vivono immersi in un complesso di inferiorità inutile, immersi nel provicialismo becero di alcuni , possono essere restituiti alla Megalopoli. 

 


 

Stefano Storace: un contrabbassista e compositore del Settecento

 

Leggendo il prezioso volume che quest'anno il Maestro De Simone ha dato alle stampe per i Millenni di Einaudi, mi sono imbattuto in questa figura misteriosa e per me totalmente sconosciuta. Copio da Wikipedia: 

Stefano Storace (Torre Annunziata, 1725 – Londra, 1781) è stato un contrabbassista e compositore italiano, vissuto per molti anni in Irlanda e Inghilterra.

All'eta di 23 anni partì dall'Italia alla volta di Dublino, per poi stabilirsi dieci anni più tardi a Londra, lavorando come musicista di contrabbasso. Nel 1761 sposò Elizabeth Trusler, che era la figlia del proprietario dei Marylebone Gardens. Divenne anche direttore dei Vauxhall Gardens. Ebbe due figli: Stephen Storace (1762-1796), che divenne un celebre compositore londinese di operette comiche, e Anna, meglio conosciuta col nome di Nancy Storace (1765-1817), una delle cantanti liriche più famose dell'epoca.

Il nome di Stefano Storace è legato al fenomeno del tarantismo come arte curativa attraverso l'esecuzione di tarantelle. Un curioso episodio accaduto nella sua vita, narrato da lui stesso, appare pubblicato su The Gentleman's Magazine del settembre 1753. Stefano Storace scrive di essere stato inaspettatamente chiamato a suonare il violino per rianimare un uomo che era stato trovato collassato per strada. Non avendo molta familiarità con la tarantella, Storace suonò un certo numero di gighe che fallirono nell'avere alcun effetto. Quando Storace terminò di suonare, l'uomo cadde per terra preso da un attacco convulsivo. Non appena si riebbe, l'uomo era di nuovo in piedi e riprese a muoversi con vigore.

Di questo episodio, sempre nello stesso articolo di rivista, Storace ne ha anche trascritto una partitura di tarantella.

Quindi il nome di questo compositore è legato al tarantismo ed alla tarantella ma "esportata" , cioè portata fuori dal proprio contesto socio-antropologico e "riemersa" poi in Inghilterra. 

Girando per il web si trovano, in inglese, parecchie notizie di costui e dei suoi figli. Ma a me piacerebbe trovare l'Atto di Nascita di costui, tra gli archivi delle Chiese di Torre Annunziata Oplonti. 


 

AD OGNUNO LA SUA TORRE ANNUNZIATA OPLONTI - LE FOTO FATTE IERI

 

Non ci sono cose che non si possono fare, in architettura ed in ingegneria. E' grazie agli ingegneri ed architetti che il Pianeta viene ri-plasmato. La Capitale dell'Occidente, New York City, certamente esagerando, fa una politica di ringiovanimento quasi continuo. E non necessariamente ciò interferisce con i gusti dei puristi oppure di quelli - NOIOSI ! - che vogliono salvare il mondo.  Ma il concetto stesso di ri-plasmare, ri-visitare, è un concetto che va di pari passo con le Civiltà al loro massimo fulgore...quando a farla da padrona è il coraggio e non il blaterare stanco di ogni plebe.

Torre Annunziata Oplonti ha conosciuto, come ho scritto spesso, un grande "visionario" di imprenditore: il dott. Luigi Manzo, il ri-fondatore del Lido Azzurro e similia. Manzo ebbe un coraggio da leone nel ri-disegnare quasi da capo la linea di costa, sotto l' Oncino. Unendo l'antico - le Terme romane - con il coraggio della contemporaneità creò uno dei posti più evoluti e ricchi della Campania: il Lido Azzurro.

Oggi, non solo qui ma dappertutto, coraggiosi non ce ne sono più. Fai una scorreggia? Devi sentire quello che vuole salvare le scorregge dall'estinzione. Alzi un muro? Bla bla bla dal tipo di destra che non ha lucrato abbastanza o da quello di sinistra che ha lucrato moltissimo ma, senza palle, ha i sensi di colpa. Insomma tutto è merce & senso di colpa - che poi è la stessa cosa.

Quando ieri parlavo di abbattere la Ferrovia Borbonica in quel tratto che DIVIDE Torre Annunziata Oplonti dal mare - diciamo dalle Grazie fino al Porto - intendevo indicare solo una delle tantissime cose che si potrebbero fare...non intendevo dire una cosa tanto per dirla. E' un dato di fatto: quella Ferrovia ha tolto alla città la propria identità unica: il mare !!! Un'altra cosa che si potrebbe fare è questa: RIDARE AL MIGLIO D'ORO - da Pietrarsa a Prota - AD OGNUNO LA PROPRIA  ATTIVITA', come era ai tempi del Borbone. Torre del Greco amata, il corallo; Torre Annunziata Oplonti la pasta; Portici...questo...San Giorgio...quell'altro.

Naturalmente anche questa cosa richiederebbe il CORAGGIO DI RI-DEFINIRE la Realtà, cosa che non potrà mai fare un politico - pur se di grande livello - ma che potrebbe fare solo un intellettuale. Solo gli intellettuali RIDEFINISCONO la Realtà...Ma che faccio il platonico? Voglio ridare il governo del Paese ad un filosofo? Ja, Antonio, non sparare cazzate!

Ed allora? E allora niente. Ringrazio Iddio di tanto splendore che i social media hanno ormai inflazionato. Ma che ci volete fare? Se uno ha la fortuna di vivere in un simile posto e non a Pavia, Belluno, Milano o san Benedetto del Tronto...non può far altro che ringraziare Iddio, fotografare e lanciare un'altra proposta:

perchè non facciamo pagare alla Chiesa Cattolica - che ci costa 6 miliardi di euro l'anno, Fonte UAAR - il restauro e la manutenzione di ogni cosa nel nostro territorio? Altro che 8 per mille alla Chiesa, giusto il contrario: responsabilizziamo questa Religione Miliardaria a pagare l'affitto dei "suoi" beni sul NOSTRO territorio. Si potrebbe così interrare la Ferrovia e uscirebbero soldi anche per tante altre cose...


 

ABBATTERE GLI ARCHI DELLA FERROVIA BORBONICA

 

Dirò una cosa poco popolare e quindi irritante. Ma siccome la distruzione, a volte, è segno di nuove cose, io credo che la ferrovia borbonica - a tratti bellissima, sempre utile, LA PRIMA, finalizzata all'espansione verso est - abbia - nel tratto sovrastante il Porto di Torre Annunziata Oplonti - diviso la città dal mare. Seguitemi. Ab origine e fino al terremoto dell'80 - spartiacque antropologico, culturale, economico - Torre Annunziata Oplonti era più provincia che altro. Adesso è, invece, l'ultimo quartiere ad est di Napoli...la quale continua - tra alti & bassi - fino a Sorrento. Già ai primordi, quando il borgo dell'Annunciata era piccolo, la Ferrovia aveva come decapitato la bellissima cittadina - il cui capo è il mare e le disiecta membra , il corpo, la allungata e semi-arroccata cittadina. Abbattendo le arcate di una Ferrovia che è ormai poco usata, bellissima ma obsoleta eccetera ed interrando - in quel tratto - la ferrovia, Torre Annunziata Oplonti risplenderebbe come una cortigiana seduta su di un sofà, bella, disinibita, lussureggiante. Il pendio creatosi con la scomparsa dei ponti della Ferrovia sarebbe un tripudio di scale - già esistenti, antichissime - e di giardini. L'ultimo quartiere ad est di Napoli - novella Positano, tanto per dire - avrebbe: arte, Poppea, terme, spiaggia e discese a mare....


 

ECCO UNA VERITA' CHE I MEDIA SPIONI NON DICONO

 

Ringrazio Lo Strillone per la bella notizia: 

Sarà varata il 22 agosto Canelli Revolutio 39, l'ultimo lavoro navale del complesso industriale dell'area ex Aprea di Torre Annunziata. L'imbarcazione, prodotta e commercializzata dalla Canelli Yacht e progettata dall'ingegner Maurizio Marzocca della STC Engineering, appartiene alla categoria "walk-around", letteralmente "gira intorno", definita così in quanto offre la possibilità al passeggero di poter accedere a tutti gli spazi interni della nave.

La cerimonia inaugurale si terrà nella darsena dell'ex area Aprea alle ore 11, a cui seguirà a settembre la partecipazione allo "Yachting Festival" di Cannes, la più importante fiera europea del settore navale.

Di seguito le dichiarazioni dell'ingegner Antonio Chini, co-fondatore e progettista della STC Engineering:

“Sono orgoglioso di poter affermare che in un contesto come quello di Torre Annunziata gravato da anni di cattiva gestione della risorsa mare nonché da inutili personalismi volti   ad   ostacolare la libera impresa e la cooperazione di risorse eterogenee, si sia innescato un processo virtuoso volto a valorizzare  il territorio che dimostra come nonostante  la crisi economica il settore  nautico abbia ancora  parecchie frecce al proprio arco”.


 

I LUMI DELLA TORRE

 

Un altro libro di Torre Annunziata Oplonti sulla ultracentenaria storia di Torre Annunziata Oplonti, edito dal Centro Studi Nicolò D'Alagno ed a cura di Marasco e Muio. Si ha bisogno di libri come questo non fosse altro che RI-SISTEMARE e mentalmente e praticamente il grande patrimonio di questo che è ormai l'ultimo quartiere ad est di Napoli. Torre Annunziata Oplonti, come tutto il Miglio d'Oro (per estensione) dovrebbe essere RI-SISTEMATO con studi come questo ma anche con una azione politica volta NON alle beghe di Palazzo - che non fanno avanzare la Storia ma solo quattro esseri inutili che si riempono le tasche - ma alla REALE valorizzazione del tutto. Per chi volesse la versione ebook  può mettersi in contatto con Vincenzo Marasco.


 

ATTILIO PRATELLA

SCORCIO DI TORRE ANNUNZIATA

 

Di origine romagnola (Lugo, 1856 – Napoli, 1949), si iscrisse inizialmente all'Accademia delle Belle Arti di Bologna. Ottenuta una borsa di studio, si trasferì a Napoli dove studiò al fianco di Puccinelli, Palizzi e Morelli. Qui esercitò la sua attività artistica fino alla morte, affiancato da Casciaro e Dalbono.

Anch'egli, come Casciaro e numerosi altri artisti attivi nella città campana, predilesse la tecnica del pastello e riprese le tematiche della cosiddetta Scuola di Posillipo, superando, rispetto ad altri pittori coevi, l'aspetto puramente pittoresco e realizzando opere di grande perfezione stilistica e di alta suggestione poetica.

A partire dal 1881, espose ininterrottamente nelle mostre napoletane della Promotrice Salvator Rosa, che l'occuperà fino al secondo decennio del Novecento.

A partire da questo momento, infatti, infastidito dal rumore creato attorno ai grossi nomi della pittura napoletana novecentesca, non partecipò più alle mostre collettive, preferendo a queste esposizioni personali.


 

CARLO MALANDRINO

TOPONOMASTICA DI TORRE ANNUNZIATA
D'AMELIO EDITORE

 

E' uscito da qualche giorno un "vecchio" lavoro del professor Malandrino riguardante la Toponomastica di Torre Annunziata. Il dott. D'Amelio, ieri, me lo ha portato e chiedo scusa di non poter mettere la copertina ma ho dei problemi tecnici di scannerizzazione.  Il libro è uno studio accurato di alcune carte che io ho visionato nell'Archivio Storico di Torre Annunziata Oplonti, nella stanza a destra dell'entrata. Si tratta di cartine di Torre Annunziata e di schede - con sotto il relativo disegno della zona - riportante il vecchio nome delle strade. Diciamo che il Centro Storico di Torre Annunziata, così come oggi lo vediamo è, per il 90% , il frutto delle grandi riorganizzazioni urbane della fine dell'Ottocento. Ragion per cui il lasso di tempo riguardante il cambio dei nomi va,  più o meno, dalla metà dell'Ottocento - dopo l'Unità - al fascismo. 

Il libello è estremamente interessante poichè ci "evita" di andare fino all'Archivio Storico per sapere delle vecchie vie. Toponomastica che a me, ad esempio, è servita moltissimo ai fini delle genealogia. Informatevi nelle edicole cittadine e compratelo. In caso contrario, andate alla sede della Voce della Provincia, in Via Eolo. Lì lo troverete certamente. 


Il monumentale organo a trasmissione elettro-pneumatica, costruito da Giuseppe Rotelli di Cremona nel 1922, all' Ave Grazia Plena (Basilica della Madonna della Neve) con tre tastiere, pedaliera, 33 registri, unioni, secondo organo, campane tubolari.


UN MATRIMONIO DI 90 ANNI FA A TORRE ANNUNZIATA OPLONTI

 

E' il 18 dicembre 1927:  in casa, a Corso Vittorio Emanuele, si sposa mia nonna Adelina Carotenuto con Michele Esposito, di Piano di Sorrento. La cerimonia ed il ricco apparato di regali viene riportato da uno dei fogli della città: E' PERMESSO? Torre Annunziata Oplonti è forse all'apice della propria ricchezza ed opulenza; Angelo Carotenuto, il padre della sposa, divenuto ricco, vuole per Adelina - come per le altre figlie - un matrimonio con i fiocchi. Destina alle sue ragazze, come dote, 10.000 lire in contanti, che sono tantissime per l'epoca. Adelina, come le altre sorelle, compra la casa sopra il negozio di Crescitelli il pasticciere, in alto. Le altre sorelle andranno invece ad abitare, da sposate, in Via Mazzini, in un palazzetto di proprietà di Angelo. 

Il ricevimento in casa fu abbastanza fastoso; dai regali si capisce che gli sposi ricevettero anche doni preziosi. Un paio sono arrivati sino a noi: il libro e rosario in argento, menzionato nella seconda parte del giornale, è in realtà un meraviglioso libretto di preghiere in argento e madreperla, ricchissimo, elegante. Si sa che, già sposati, Michele - grande "campatore" - invita la moglie a ballare. Lei, timida, impacciata, accetta ma poi lascia solo Michele nel centro del grande salone: il marito aveva osato baciarla sulla fronte, dinanzi a tutti. 

E' PERMESSO? è giunto fino a me attraversando varie peripezie, ma mia nonna Adele ci ha tenuto che si conservasse. Guerra, "scoppio", tutto un quotidiano lungo 90 anni lo hanno rovinato ma non distrutto. Così possiamo sapere di un matrimonio di 90 anni fa, qui in Torre Annunziata Oplonti. 

 


IL LIDO AZZURRO - UN DISCORSO RAZZISTA CHE FACCIO CON PIACERE

 

Credetemi: nonostante la foto, i soggetti, il titolo e tutto il resto NON intendo parlare del Lido Azzurro che il dott. Manzo rese celebre in Italia. Voglio parlarvi di una "certa" atmosfera che traspare dalla foto. E' il giorno della mia comunione: 29 giugno 1967, se ben ricordo, e siamo ai giardini. Il Lido offriva vari tipi di svaghi, sul modello Versilia. Poi, con l'avvento del Neocapitalismo, sulla falsariga di Roma Via Tagliamento, ci si inventò il Piper. Giusto dietro il fotografo che ci riprende e dinanzi a noi, quindi, sotto la scala della terrazza ristorante, c'era il Piper - dove feci la mia festa del dopo comunione. Poi, in mezzo a questi giardini, c'era un reparto juxebox; continuando, verso i giardini delle Terme, vicino alla conchiglia, c'era il Lido Notte Club. Un "parco dei divertimenti" perfetto, ad uso e consumo del nuovo consumatore, fatto con gioia. Infatti l'atmosfera di cui parlo - e che non è dovuta alla solita retorica sull'essere bambini - era quel qualcosa di particolare che solo il Lido aveva. Credo fosse la libertà, da un lato, di scorrazzare dovunque e la mancanza di piattezza sociale dall'altro. In un'epoca come la nostra il discorso che sto per fare desta scandalo, ma questo scandalo destato non è che conformismo: mi rendo conto che la plebe , credutasi "sagliuta", voglia far credere di essere Elisabetta II. Ebbene, dunque, proprio le differenze sociali - che non erano sociali, erano economiche - facevano la differenza al Lido. I mischiamenti che c'erano - e c'erano, c'erano, perchè i mischiamenti sono belli...quello che non è bello è che la plebe possa credere di essere portatrice di verità: la plebe è plebe ! - erano mischiamenti basati sul rispetto reciproco e non sulla balzana idea di essere uguali. Idea cattocomunista ipocrita poichè, senza tale idiozia, ci si mischiava ancora di più e meglio !


 

VIA GINO ALFANI ex VIA BALBO

 

Questa foto è stata fatta dal balcone della casa mia di nascita, in Via Alfani Parco del Sole. Deve risalire al 1957, massimo '58 e bene illustra l'evoluzione in atto della fascistissima Via Italo Balbo. In origine una cappelletta a Sant'Espedito faceva da parete, sul Corso Umberto, ad una piccola discesa a mare che finiva dove è l'attuale curva. Sopra la curva, al posto del mio attuale palazzo, c'era una bella Villa. Scendendo, a sinistra, gli americani costruirono queste strane abitazioni che ci sono ancora oggi. A destra, invece, il Neocapitalismo ancora non aveva creato la nuova Torre Annunziata Oplonti. C'era infatti, come vedete, un pastificio ma, a terra, sul selciato, si vedono chiarissimi i segni della costruzione della nuova strada. Io stesso ricordo, dovevo avere massimo un 4 anni, quando furono potenziate acqua-luce-gas. Specialmente di quest'ultimo ricordo l'odore gradevole per me. Ripeto, io ho visto la via crescere e con essa la Litoranea (di sopra). Notate in fondo, sul Corso, l'insegna della bettola che c'era. Ricordo che il mio nonno materno, Michele, si intratteneva con gli amici - ma parlo di parecchi anni dopo questa foto, quando anche i miei nonni si trasferirono qui.


NOSTOS & LOGOS  CIOE' IL RITORNO AL DISCORSO (AMOROSO) : il GIARDINO DEL MIO BISNONNO

 

Parlare della Mezzaluna Fertile, per me, equivale ad un discorso amoroso condito da un lungo corteggiamento. E per parlare del corteggiamento non posso che passare in rassegna alcuni SPAZI di Torre Annunziata Oplonti. Quello che vi prego è di NON tenere in alcun conto - o almeno solo un poco - i soggetti delle foto: quel che dovete gustarvi sono gli Spazi. Inoltre, nonostante nel titolo ci sia il Nostos, il Ritorno, la "nostalgia", vi assicuro che, avendo il privilegio di vivere DENTRO la Mezzaluna Fertile , io non parlo di passato ma di presente. Detto questo...

 

Questa immagine rappresenta i miei bisnonni - il primo uomo anziano a destra e la seconda donna, dopo quella con il bambino, da sinistra - in posa nel loro giardino, attorniati dalla Famiglia come la si intendeva allora. Dovremmo essere intorno agli anni Trenta del Novecento ed il posto era dove adesso c'è Via dei Mille, a Torre Annunziata Oplonti.

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Precisamente dovremmo essere sul Corso angolo Via dei Mille. Mio bisnonno, infatti, comprando la casa, comprò questo giardino che - più o meno - dovrebbe corrispondere dove adesso ci sono le Case Popolari, salendo Via dei Mille a destra. Se usate la cartina che ho postato sopra con l'opzione dello Street View riuscirete a farvi un giro per la strada.   Il giardino fu luogo di svezzamento per la miriade di nipoti che mio bisnonno aveva, tra i quali mio padre. Prima che se ne andasse, sono riuscito a far stendere a mio padre uno schizzo e della casa e del giardino. Il mio bisnonno, infatti, grandioso!, fece costruire un ponticello che da casa sua lo portava direttamente dentro la sua proprietà. Foto precise del giardino non ci sono: non si capiva il fotografare un giardino, non essendoci le ossessioni nostre. Però c'è un Super8 che ho recuperato grazie alla mia cugina che mi ha aiutato nella genealogia. Da questo filmino - che dovrebbe essere degli anni Quaranta e prima del '45, quando il palazzo fu bombardato e mio bisnonno perse giardino & casa - ho tratto queste due foto. Mio bisnonno Ciccio con due delle sue innumerevoli figlie. Nel giardino. Lui, presumo, era già vedovo.

 

A dire il vero, del giardino NON si è persa memoria: mio padre ed i suoi fratelli - i miei zii - ne hanno sempre raccontato le gesta...del giardino... Era parte integrante della famiglia e partecipava alle vicissitudini . Peccato che una fottuta bomba di quegli idioti di americani - che sappiamo benissimo come bombardano!!!! - centrò in pieno il palazzo e addio ! Tutto un mondo scomparve.